Una prospettiva nuova: dall’insegnante di sostegno al co-docente

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Nel 2013-2014 il numero degli insegnanti di sostegno è stato pari a 110.216 (dati ufficiali del MIUR), figure professionali molto importanti per il contributo che hanno saputo dare all’integrazione degli alunni con disabilità negli ultimi quarant’anni. Oggi l’integrazione scolastica è in crescente difficoltà per il diversificarsi dei bisogni all’interno delle classi: disabili, DSA, BES. Spesso i docenti curricolari si sentono impreparati, gli insegnanti di sostegno insoddisfatti e, con loro, molte famiglie di alunni con disabilità. Partendo da queste considerazioni ci si chiede: come si possono realizzare i valori di equità e di partecipazione che sono alla base dell’integrazione scolastica che l’hanno ispirata? È possibile pensare a una scuola più inclusiva senza gli insegnanti di sostegno come siamo attualmente abituati a vedere? Come superare radicalmente la figura professionale “speciale” dell’insegnante di sostegno trasformandola profondamente? Non è facile, ma possibile, ciò potrebbe portare numerosi vantaggi per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità e, in prospettiva, per una didattica realmente inclusiva. La chiave di questa proposta è lo stesso insegnante di sostegno, il cui ruolo si evolve. Un grande fattore culturale che cambia radicalmente.
(Articolo pubblicato su Nuova Secondaria, n.6/2016 anno XXXIII)

L’inclusione scolastica, chiave del successo formativo per tutti.

Copertina-Ciocciola

In questo articolo verrà affrontato il tema dell’inclusione scolastica, chiave del successo formativo per tutti. L’odierna multiformità, con la quale le problematiche della diversità si manifestano nelle classi, impone alla scuola un cambiamento: il superamento di modelli didattici e organizzativi uniformi e lineari, destinati ad un alunno medio astratto, in favore di approcci flessibili adeguati ai bisogni formativi speciali dei singoli alunni. La Qualità della scuola si misura sulla sua capacità di sviluppare processi inclusivi di apprendimento, offrendo risposte adeguate ed efficaci a tutti e a ciascuno. Attraverso l’analisi dell’esperienza in atto nella scuola Oliver Twist di Como, l’articolo evidenzia quali siano gli elementi distintivi di buone prassi inclusive che, muovendo dall’integrazione dei ragazzi disabili, portano al raggiungimento del successo formativo di tutti. Il riconoscimento della diversità come valore e delle differenze come risorsa, lancia una sfida al tradizionale ruolo del docente specializzato per il sostegno, che in questa realtà scolastica evolve nell’innovativa figura di co-docente, ampliando l’orizzonte inclusivo a un contesto competente di sostegno.