Liceo Artigianale: un nuovo modello per una concezione unitaria dell’uomo nel mondo

Il Liceo Artigianale di Cometa Formazione rappresenta una novità e un unicum nel contesto scolastico nazionale: un modello per la creazione di un nuovo paradigma di scuola superiore, improntato sull’alternanza scuola lavoro e su di una didattica per competenze. Viene qui pubblicata una sintesi del lavoro svolto da Letizia Ferri e presentato nel corso della Conferenza ECER 2019 ad Amburgo (Ricerca realizzata con il contributo di Fondazione Deloitte).

Come recentemente emerso in diverse relazioni, la società (stili di vita, produzione, consumo) sta cambiando rapidamente, il World Economic Forum, nel 2016 ha affermato che: «il lavoro del 65% dei bambini che inizia il proprio percorso educativo oggi non esiste ancora.»[1] In questo contesto, l’istruzione deve essere rinnovata: le competenze non sono solo cruciali per l’occupabilità ma anche per lo sviluppo personale e la futura coesione sociale.[2] I sistemi educativi richiedono un cambio di paradigma[3] verso un «approccio di scuola intera, per sfruttare la motivazione e l’impegno di tutti gli alunni e studenti, per sviluppare il loro pensiero critico e migliorare i loro risultati scolastici in generale. […] Richiede apprendimento interdisciplinare, nuove conoscenze, abilità e attitudini, pensiero creativo, innovazione e una prospettiva a lungo termine»[4]. Questo cambiamento dovrebbe superare le dicotomie tradizionali (scienze umanistiche, teoria-pratica, mondo scolastico-reale) e ricondurre l’educazione verso l’ideale di uomini che si formino a 360͒, com’era ai tempi dell’ humanitas di Cicerone.
L’esigenza di un riavvicinamento tra la scuola ed il mondo reale, è emersa, come urgenza negli ultimi anni, anche a livello legislativo italiano. L’istituzione di organismi quali l’alternanza, il sistema duale ed infine le ore di alternanza scuola-lavoro in tutte le scuole secondarie di secondo grado, è stato un chiaro segnale di cambiamento della scuola, come sostiene G. Bertagna: «L’art. 4 della legge delega Moratti (legge 28 marzo 2003 n. 53), dedicato alla regolamentazione dell’alternanza scuola-lavoro, designa, se ben sfruttata, un’opportunità straordinaria per il rinnovamento non solo educativo e culturale del nostro sistema di istruzione e di formazione, ma anche per quello sociale ed economico del nostro Paese nel suo complesso.»[5]
Per attuare questa integrazione sono stati messi in campo in Italia, e in tanti paesi del mondo vari tentativi e sperimentate diverse modalità; attraverso una di queste, l’apprendistato in Alta Formazione, è stato possibile effettuare un lavoro pratico e di ricerca presso il Liceo Artigianale di Cometa Formazione, che vorrebbe essere un modello per la creazione di un nuovo paradigma di scuola superiore, improntato sull’alternanza scuola lavoro e su di una didattica per competenze; per rispondere all’esigenza culturale, legislativa e aziendale si è scelto dunque di approfondire lo studio del modello del Liceo Artigianale, come sperimentazione di una possibile integrazione tra realtà e didattica.
In questo lavoro si è partiti cercando di far luce sulla concezione antropologica che sta alla base dei primi tre anni di vita del Liceo scientifico sperimentale artigianale, a cui si è aggiunto, durante il terzo anno di vita, anche l’aggettivo quadriennale; in seguito si è cercato di analizzare se e come da questa concezione antropologica si sia passati ad una serie di pratiche che ne rispondessero alle istanze.
La ricerca è iniziata a partire da vari studi, aventi come comun denominatore l’importanza di una scuola che rispondesse realmente alla formazione dei suoi studenti e fornisse a questi ultimi la necessaria apertura sul mondo del lavoro. Per collocare queste esigenze in un contesto generale è stato necessario un approfondimento teorico e teoretico sui fondamenti della scuola e sulle varie correnti di pensiero esistenti relative al rapporto tra scuola e lavoro. Parallelamente al lavoro di studio continuava incessantemente il lavoro di sperimentazione concreta sulle classi del Liceo Artigianale, in cui ci si è trovati, in questi anni, ad insegnare per otto ore settimanali italiano e geo-storia nelle varie sezioni, oltre che ad avere un ruolo di coordinamento.
Dopo un primo capitolo di natura storico-culturale, di descrizione pratica e di analisi teorica sulle principali concezioni di uomo, scuola e lavoro che hanno permeato la nostra società, si illustrano i fondamenti del Liceo Artigianale, il contesto in cui è inserito, la struttura della scuola, i metodi di valutazione, gli strumenti utilizzati, la didattica ed i contenuti di alcune discipline.
Il terzo capitolo si collega strettamente al secondo in quanto si cercherà di mettere in luce il lavoro fatto in questi anni e di valutarlo, partendo dall’analisi dei dati ricavati attraverso gli strumenti di ricerca selezionati, si mettono in luce i punti di forza e le debolezze del modello Liceo Artigianale per implementarne la sua riprogettazione in un’ottica quadriennale.
Gli strumenti di ricerca selezionati sono la rivisitazione di un questionario che parte dai medesimi assunti pedagogici del Liceo Artigianale. Nella presentazione di questo strumento, infatti, il gruppo di ricerca affermava che il ruolo degli insegnanti non dovrebbe essere focalizzato sulla mera trasmissione di contenuti scientifici agli studenti, piuttosto sull’utilizzo degli stessi contenuti per promuovere le fasi essenziali del processo di apprendimento,[6] e su dei focus group. Il questionario, usato come guida anche per la presente ricerca, aveva sviluppato un’analisi del livello di innovazione e di consapevolezza nelle pratiche degli insegnanti, attraverso le opinioni di studenti, genitori e degli stessi docenti in un campione di scuole a Bergamo. Dopo aver valutato la bontà e pregnanza del questionario somministrato presso le scuole della bergamasca, si è dunque deciso di utilizzare lo stesso protocollo, adattato al contesto del Liceo Artigianale e dei corsi Iefp e di Apprendistato, forniti da Cometa Formazione. Questa ricerca consiste in un’analisi quali-quantitativa che mira a sottolineare l’uso delle discipline, l’innovazione nella didattica e gli scopi perseguiti e percepiti dagli attori della scuola. La ricerca è stata condotta in due fasi.
Sondaggi online – I fase
Indagini specifiche basate su una scala Lickert a 4 punti ed una scala quali-quantitativa, sono state somministrate alla comunità del Liceo Artigianale e dei corsi Iefp e Apprendistato, formato da 31 insegnanti (9 in servizio sia sul Liceo che sull’Iefp), 12 tutor, 6 co-docenti, 380 studenti e 350 genitori.
Piuttosto che indagare le convinzioni degli stakeholder, il sondaggio cerca dati quantitativi su attività concrete, comportamenti, azioni che si sono verificate in classe e nella pratica dell’insegnamento tra settembre 2018 e gennaio 2019. La tipologia delle lezioni, la visita di studio, l’uso delle tecnologie, la frequenza dei workshop, le impostazioni delle classi, tra gli altri, sono stati considerati dei proxy per indicare fino a che punto le discipline sono ancora considerate fini a se stesse e che tipo di connessione esiste (se esiste) tra le attività di insegnamento e il mondo reale al di fuori della classe.
La struttura e le richieste essenziali sono state le stesse in tutte le indagini per identificare in modo più chiaro i diversi gradi di percezione tra gli stakeholders, sebbene siano stati introdotti adattamenti pratici per facilitare la lettura da parte delle diverse categorie.
Focus group – II fase
I focus group sono stati organizzati con specifiche categorie di stakeholder rilevanti: 1) insegnanti del Liceo e dei corsi di IeFP; per identificare gli aspetti specifici e comuni nella loro pratica di insegnamento; 2) studenti del Liceo; per conoscere le loro opinioni sulle innovazioni che percepiscono nelle attività scolastiche.
L’ultimo capitolo contiene la comparazione con altri modelli di scuola innovativi e le ragioni che hanno portato il Liceo Artigianale a partecipare alla sperimentazione quadriennale. In conclusione si trova la sintesi di quanto è stato rilevato, grazie alla presente ricerca, relativamente alla presente sperimentazione, una proposta metodologica e alcune criticità da valutare in futuro. Nelle appendici sono contenuti alcuni degli strumenti utilizzati e progettati in questi anni, oltre che alle copie degli strumenti costruiti per la parte di ricerca.
Lo scopo principale di questa tesi è dunque fornire un’analisi di quanto fatto durante questa sperimentazione, per cercare di implementarla e perfezionarla sempre di più; al contempo vagliando alcuni modelli teorici che dichiarano la fondamentale necessità di un’unione tra fare e sapere, dare un modello concreto per un nuovo paradigma di scuola.
La ricerca si pone dunque questi obiettivi:

  • Descrivere come e perché gli insegnanti abbiano cambiato la loro didattica, facendo delle discipline un mezzo di conoscenza del mondo e di se stessi.
  • Valutare quanto anche gli altri attori della scuola (in particolare studenti e genitori) percepiscano questo cambiamento di paradigma.
  • Riflettere sulle differenze e somiglianze con il modello Iefp presente nel medesimo istituto.
  • Consolidare il modello, sottolineandone gli elementi di trasferibilità.

Effettuando la ricerca inoltre è emerso che il metodo didattico induttivo, che si vorrebbe utilizzare con gli alunni del Liceo Artigianale, è lo stesso che è stato adoperato dai docenti nello strutturare la scuola: da un’intuizione, ad un’esperienza analizzata, passando per una rilettura critica che ne permetta la riprogettazione.
In questa nuova tipologia di scuola, che riscontra poche analogie anche con modelli internazionali, si è cercato di porre in atto e sperimentare, partendo dall’esperienza dei docenti, da idee innovative dei dirigenti, da una realtà scolastica giovane e sempre in movimento, dallo stretto contatto con il mondo del lavoro, un nuovo modello liceale in cui realtà e didattica siano unite. Come spesso succede, si è dovuto procedere e si procede per tentativi ed errori, che però se corretti e sostenuti da una continua revisione ed analisi a partire da studi teorici e da analisi scientifiche, sono occasione di continuo miglioramento.
La ricerca si è svolta prevalentemente a partire da studi inerenti ad argomenti trasversali e dai dati acquisiti in questo modo si è passati a cercare di focalizzare sempre di più i vari aspetti, cercando di utilizzare tutte le evidenze possibili, per cercare di raggiungere una conoscenza dei fatti sempre più precisa e particolareggiata.
Parte fondamentale della bibliografia sono stati i preziosissimi studi di G. Bertagna e il dossier apparso su Nuova secondaria ricerca di gennaio 2018: Alternanza formativa e valenza orientativa e didattica delle discipline. Riflessione da una ricerca.[7]
La cultura classica e umanistica, parte della formazione personale, inoltre è stata un valido sostegno ed appoggio in molti momenti, ed una chiave di lettura che dal passato ha illuminato il presente; si può affermare infatti che la vera innovazione nasce solo a partire da una solida tradizione.
Leggendo questo lavoro emergerà il profilo del Liceo Artigianale quadriennale come quello di un modello di scuola che tenta di mettersi al servizio di un mondo e una società che sono in continuo cambiamento, ma nello stesso tempo che rifiuta di asservirsi ad essa e perdere la ricchezza di una tradizione che ha reso grande la nostra cultura. Avendo chiaro lo scopo, che è condurre gli alunni alla formazione di sé e alla percezione che la realtà sia unita e interessante, ogni metodo può essere utilizzato, anche quelli che partono da paradigmi molto diversi; avendo chiaro lo scopo della scuola infatti si può liberamente, parafrasando San Paolo, vagliare tutto e trattenere ciò che è valido.
Al centro di questo tentativo però, è bene non dimenticarlo, sta la passione per ogni singolo ragazzo, nella sua unicità e irripetibilità, che è il vero motore di ogni tentativo di cambiamento delle strutture, che nascono e sono al servizio del singolo individuo e che solo attraverso di esso possono portare al cambiamento dell’intera società.

[1] World Economic Forum (2016). Future of Jobs. Employment, Skills and Workforce Strategy for the Fourth Industrial Revolution. Available at:  http://www3.weforum.org/docs/WEF_Future_of_Jobs.pdf.
[2] Relativamente a questa affermazione ci si basa su quanto sostenuto in M.C. Nussbaum, Creating Capabilities. The Human Development Approach, The Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge 2011. M.C. Nussbaum, Creating Capabilities. The Human Development Approach, The Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge, 2011. Concetto ripreso da G. Alessandrini, Generare capacità: educazione e giustizia sociale, in G. Alessandrini, a cura di, La «pedagogia» di Martha Nussbaum. Approccio alle capacità e sfide educative, Franco Angeli, Milano 2014.
[3] G. Alessandrini, (a cura di), Atlante di pedagogia del lavoro, FrancoAngeli, Milano 2017.
[4] European Political Strategy Centre (2016), Sustainability Now! A European Vision for Sustainability. Consultabile su: https://ec.europa.eu/epsc/sites/epsc/files/strategic_note_issue_18.pdf.
[5] G. Bertagna, Alternanza tra scuola e lavoro. Sfide culturali e pedagogiche, in Alternanza scuola lavoro. Ipotesi, modelli, strumenti dopo la riforma Moratti, Franco Angeli, Milano 2003.
[6] Casaschi C., Giraldo M., Richiedei G., Roncalli P., Rota M. B., Tonoli L., DOSSIER Alternanza formativa e valenza orientativa e didattica delle discipline.  Riflessioni da una ricerca, in «Nuova secondaria ricerca» (anno XXXV), La Scuola – Studium, Bergamo gennaio 2018.
[7] Si veda a proposito dei testi di G. Bertagna utilizzati la bibliografia completa del seguente lavoro. C. Casaschi, M. Giraldo, G. Richiedei, P. Roncalli, M. B. Rota, L. Tonoli, DOSSIER Alternanza formativa e valenza orientativa e didattica delle discipline.  Riflessioni da una ricerca, in «Nuova secondaria ricerca» (anno XXXV) (n. 5), La Scuola – Studium, Bergamo gennaio 2018.

Pubblicato da Letizia Ferri

PhD candidate in Human capital formation and labour market relations at University of Bergamo. Employed by Cometa Formazione for the Liceo Artigianale, an innovative high school based on STEAM approach. Teacher of Italian language, history, geography. I got my degree in Italian philology on Russian writings at Università Cattolica del Sacro Cuore in Milan and a Master in International Relations at Aseri, Milan.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *