Si parla oggi spesso di Social Emotional Learning, (SEL), proponendo nuove formazioni per i docenti che possano renderli competenti su questi aspetti dell’esperienza che vanno dalla consapevolezza di sé all’autocontrollo, dalla coscienza sociale alle capacità relazionali, fino alla capacità di assumersi responsabilità (CASEL, 2019).
(Articolo a cura di Francesco Fornasieri e Letizia Ferri, pubblicato su bollettino ADAPT)
La creatività è una competenza?
Nella recente pubblicazione da parte di Fondazione Agnelli dal titolo Le competenze, Una mappa per orientarsi, si traccia una sintesi efficace del dibattito attuale sul tema, dentro il quale albergano molte tensioni e dicotomie che vorremmo provare a risolvere dal punto di vista di quella facoltà così prettamente umana che è la creatività. Nel dibattito attuale si trovano infatti spesso contrapposti i due paradigmi di apprendimento, quello impropriamente detto “trasmissivo” di conoscenze e abilità e quello detto appunto “per competenze”. Ci si accusa da un lato di rendere la scuola “solo” un ingresso al mondo del lavoro dimenticandosi del suo fondamentale compito di educare al pensiero critico attraverso la cultura. Dall’altro si accusa di immobilità, astrattezza, insignificanza e inutilità la scuola “tradizionale” fondata sui programmi e le verifiche. Il contributo di Fondazione Agnelli ha il merito di mostrare la parzialità e la riduzione insite in queste polarità schierate una contro l’altra: di competenze ante-litteram parlavano già menti che hanno rifondato l’idea di scuola nel ‘900 come John Dewey, o la nostra rivoluzionaria Maria Montessori; il concetto è stato anche alla base anche della “pedagogia degli obiettivi”, da Tyler a Mager, da Bloom a Guildford, fino al costruttivismo cognitivista e al sociocostruttivismo. La didattica per competenze ha, oltre a questa origine endogena, anche una origine esogena: il mondo del lavoro (che è il mondo adulto: non è uno degli obiettivi della scuola, insieme alla famiglia, contribuire a generare un adulto?) con le sue trasformazioni, le sue richieste, il suo “reclamare” persone che posseggano alcune doti fondamentali per poter dare il loro contributo.
Reinventing the old fashioned? Cometa’s educational approach seen by European visitors
Cometa, Oliver Twist School in Como. Something fascinating happened during the 2nd transnational Meeting for the European project called Leadership for Learning. We had the opportunity of being observed by a group of teachers and team leaders from Denmark, Finland, the Netherlands and Hungary. There were five main aims: developing a transnational network between leaders in VET; exploring, describing and exchanging different types of leadership of learning practices; identifying leaders and teachers’ leadership skills; discussing visions for future leadership in VET.
Inspiring School Change through Creative Arts…anche in Italia?
Come le arti creative possono innescare un processo di cambiamento della scuola? La recente pubblicazione dal titolo Inspiring School Change, Transforming Education through the Creative Arts, di Christine Hall e Pat Thomson mostra i risultati del programma di rinnovamento delle pratiche scolastiche promosso dal Regno Unito dal titolo Creative Partnerships (CP). Gli autori riconoscono a questa iniziativa governativa una differenza notevole rispetto agli altri tentativi di riforme precedenti: di natura più organica, è stata trasformata durante lo svolgimento, modificandone via via gli obiettivi. Il focus del programma non è stata una generica promozione delle arti ma il tentativo di creare connessioni tra le industrie creative, le scuole e le persone implicate. Le regioni sono state incoraggiate a sviluppare le proprie priorità e il proprio ethos in un quadro comune semplice che ha richiesto loro di articolare una chiara visione locale, lavorare con un numero specifico (prescritto) di scuole, impegnarsi nell’apprendimento e nella ricerca e assicurare che a ciascuna delle scuole partner fossero assegnati «agenti creativi». Il centro direttivo nazionale del CP ha mantenuto un impegno di ricerca e un dialogo con le diverse regioni attraverso visite e scambi, conferenze, una varietà di pubblicazioni scientifiche e un sito web ampio e aggiornato.
Concept Thinking: non c’è prodotto senza processo creativo. Visita al Da Vinci College di Dordrecht
Dal 20 al 23 marzo ho partecipato al primo Transnational Meeting del progetto Leadership for Learning presso il Da Vinci College di Dordrecht (NL), vincitore dell‘Innovative VET provider Award for the European Vocational Skills Week 2017. L’incontro è parte di una serie di momenti di lavoro che vede coinvolto un team formato da insegnanti e dirigenti provenienti da Danimarca, Olanda, Italia, Ungheria e Finlandia. Il progetto si configura come una ricerca, uno scambio di buone pratiche, e la creazione di una rete di persone ed enti coinvolti nel sistema VET. Dal punto di vista personale è stato un incontro estremamente proficuo per conoscere il sistema educativo olandese e la cultura del Da Vinci College in particolare. Abbiamo constatato la similarità di molti problemi e domande e quindi condiviso molti punti che ci accomunano nel rispondere alle medesime sfide, in particolare concernenti il dialogo tra la scuola e le aziende, e come nell’uno e nell’altro contesto avvenga l’apprendimento.
Ripensare la didattica a partire dall’esperienza di stage: la potenza del compito di realtà
Come si apprende in un contesto di lavoro? Lo si fa diversamente da quanto accade a scuola? In che modo le due esperienze possono integrarsi? Dopo la prima esperienza di stage a metà dell’anno i ragazzi del secondo anno del Liceo Scientifico Artigianale di Cometa Formazione S.C.S. hanno riportato giudizi e osservazioni molto interessanti circa il valore dello studio e del lavoro. Guardando insieme al consiglio di classe quanto emerso dalla loro voce ci si è posto il problema di ripensare il metodo didattico a partire da quello che gli studenti hanno riportato.
Educare alla creatività per affrontare le sfide della grande trasformazione del lavoro
Al giorno d’oggi osserviamo una progressiva digitalizzazione che corre a velocità esponenziale, mentre la scuola sembra sempre in ritardo sulle trasformazioni del mondo del lavoro. Quali potenzialità della persona sono chiamate in causa da questi fenomeni? Il lavoro portato dentro la scuola può essere l’occasione del loro sviluppo?